giovedì 26 luglio 2007

Solo in America - Fare causa per un ingresso gratis in discoteca

Ecco la seconda puntata della serie "Solo in America" dove esploro le manie piu' demenziali di questo paese.

Oggi voglio parlare delle cause civili che qui sono una vera e propria piaga sociale. Il paese e' cosi' litigioso che per alcune persone "ti faccio causa" e' diventata una frase di uso omune. Il tutto e' alimentato da avvocati azzeccagarbugli che imbastiscono la causa gratuitamente ma si tengono una buona fetta dei proventi in caso di vittoria.
L'argomento e' in verita' molto serio perche' indirettamente fa aumentare i prezzi di tutti i beni di consumo e in particolare dell'assicurazione medica (fare causa al medico in caso di errore e' solitamente molto remunerativo).

Ma lasciamo stare le implicazioni di alto livello e torniamo al tema "da ombrellone".
La notizia riportata dai media nazionali e' che in giro per l'america stanno spuntando cause civili contro locali e discoteche che offrono agevolazioni al gentil sesso.
Il classico "donna omaggio" usato in tutte le discoteche del mondo per evitare che il posto si trasformi in una voliera evidentemente non va giu' a qualche troglodita. Le cause in questine affermano che l'uomo e' discriminato nei confronti della donna per non avere le stesse opportunita'. Ecco che questo tema si inquadra in un altro dei miei temi preferiti, quello della societa' "politically correct" non discriminatoria nei confronti di neinte e nessuno, che chiaramente si trasforma in un mostro di dimensioni babeliche.
Quello che sarebbe da capire nel caso in questione e' se questa e' una complotto del movimento gay o se e' qualche tirchio della madonna che e' solamente alla ricerca di biglietti "uomo omaggio".

giovedì 19 luglio 2007

Benedetto XVI – La Chiesa ingrana la retromarcia

In poco piu’ di due anni di pontificato Papa Benedetto XVI ha mandato piccoli e grandi segnali di irrigidimento delle posizioni della Chiesa Cattolica.
Da affermazioni taglienti sull’Islam alle concessioni sulla messa in latino all’affermazione che la Chiesa Cattolica e’ l’unica vara fede cristiana.
Pur non essendo un fervente cattolico personalmente credo che il Papa stia adottando la strategia giusta, e lo dico piu’ da persona di business che da persona di fede.
Il relativismo del ventesimo secolo ha portato ad un diffuso spirito New Age, dove l’individuo sceglie a piacimento il suo credo religioso e spirituale. Personalmente mi ritrovo abbastanza in questo filone di pensiero, ma il Papa, “by definition”, ha un mestiere che e’ quello di guidare e rafforzare la Chiesa.
Spero che nessuno si offenda se faccio un’analogia di mercato, ma vedo la chiesa cattolica come un prodotto che negli anni ha perso un po’ del suo smalto e non e’ piu’ il prodotto di massa che era qualche decennio fa. Come insegna la FIAT con la nuova 500, non c’e’ niente di meglio per rivitalizzare un marchio sbiadito che attaccarsi alle radici del glorioso passato.
Credo che ingranando la retromarcia Benedetto XVI stia facendo la cosa giusta per rafforzare la chiesa nel ventunesimo secolo. Di fronte alla radicalizzazione di altre religioni (in primi l’Islam ma non solo) il Papa vuole creare una chiesa piu’ “dura e pura” ed e’ disposto a perdere per strada quelli che, come me, sono trascinati a messa solo la notte di Natale.
Come un bravo generale o un capo d’azienda Papa Ratzinger preferisce avere un’organizzazione piu’ leggera e motivata con obiettivi ben precisi, piuttosto di trascinare un carrozzone dai grandi numeri ma non pronto per la battaglia.

lunedì 9 luglio 2007

Sicko di Michael Moore, Visto da Quaggiù

Nel fine settimana sono andato a vedere il film “Sicko” di Michael Moore. Avevo ripromesso a Giacomo mesi addietro di dare una mia prospettiva sul documentario.

Devo dire che la visione del documentario lascia veramente di stucco e Moore riesce a trasmettere la necessita' e l’urgenza di avere un servizio sanitario universale negli stati uniti d’america.

Il documentario è scioccante e commovente, anche se a mente fredda ci sono un paio di “trucchi del mestiere” che si possono rimproverare al bravo Moore.

Il paragone tra sistema sanitario e stile di vita negli USA ed in Europa è fatto un po’ in stile “mele contro pere”. La famiglia “media” francese mostrata nel film e’ una famiglia di professionisti che vive in centro a Parigi in un appartamento di 140 Mq. La famiglia americana che si dibatte tra i debiti accumulati per le cure mediche, vive in uno sgabuzzino a casa dei figli.

A parte questo ed altri passaggi dove Moore calca un po’ la mano, e’ innegabile che il regista riesce a centrare l’obiettivo primario del documentario che e’ quello di far capire agli americani l’importanza di un sistema sanitario universale.

Su questo discorso avevo scritto un post un mesetto fa dove sottolineavo l'urgenza di una sanita' per tutti ma dove evidenziavo come la soluzione USA passerà per una riforma del sistema delle assicurazioni private e non sfocerà in un sistema “socialdemocratico” all’europea.

Non ho molto da aggiungere a punti discussi nel post precedente, quindi voglio chiudere con un altro paio di "note a margine" al documentario di Moore.

Il primo appunto riguarda il tema centrale del lavoro di Moore da “Bowling for Columbine”, e cioe’ che l’apparato politico-mediatico vuole tenere i cittadini americani sotto un costante clima di paura per meglio tenere il popolo “in fila”. Personalmente credo che questa sia una teoria valida ma un po’ troppo “forzata” per questo particolare tema. Credo che sul discorso sanitario le forze piu’ rilevanti siano quelle del capitalismo sfrenato e che la pressione politico-mediatica sia esercitata su altri temi.

L’altro punto invece che devo assolutamente riconoscere a Moore e’ che questo documentario e’ disegnato per un’audience bipartizan. Il Moore di "Fahrenheit 911" e dei documentari precedenti non esitava a rincorrere per la strada politici ed capi d’azienda attaccandoli con toni spesso aggressivi. Durante le elezioni presidenziali del 2004 questa strategia si e’ rivelata un boomerang esacerbando la divisione destra-sinistra e ponendo le parole di Moore alla pari di quelle di qualche “pappagallo” di partito.

In Sicko vedo un tentativo di Moore di addolcire i toni ed instaurare un discorso che parli al cuore e non solo al cervello degli americani, istigando anche a tratti un senso di vergogna per come vanno le cose e di invidia nei confronti del vecchio continente.

In conclusione bisogna riconoscere a Moore di aver fatto centro ancora una volta evidenziando uno dei problemi piu' scottanti della societa' a stelle e strisce.

martedì 3 luglio 2007

Solo in America - Rimedio per cani obesi

E’ arrivata l’estate ed e’ il momento di introdurre nel blog argomenti un po’ piu’ leggeri.

Questo e’ il primo post della rubrica “Solo in America” dove (per la gioia di Coppi) evidenzierò alcune delle manie e delle nevrosi del paese a stelle e strisce.

L’argomento di oggi e’ una delle piaghe americane ... l’obesità!

La cosa divertente e’ che dopo i vari rimedi per curare l’obesita’ negli umani e’ arrivata la pillola per risolvere i problemi di linea degli amici a quattro zampe.

L’FDA ha recentemente approvato il farmaco Slentrol prodotto dal gigante farmaceutico Pfizer per far dimagrire il miglior amico dell’uomo (cliccate il link il marketing del prodotto e' divertente).

Quello che mi chiedo e' dov'e' finita la forza di volonta'. Va bene non riuscire a dire di no ad un bel doughnut o a un cheeseburger, ma non riuscire a mettere meno PAL nella ciotola di fido e' veramente il colmo!