martedì 22 gennaio 2008

Contratti Nazionali e la Questione Meridionale

Nella baraonda tutta italica di governi ballerini e roghi di immondizie mi era quasi sfuggito l’articolo del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Uscito lo stesso giorno (forse) della notizia che gli stipendi italiani sono tra i piu’ bassi dei paesi industrializzati.
Le due notizie sono a mio avviso connesse; l’idea dei contratti nazionali collettivi, spesso vista come una conquista di civilta’, e’, a mio avviso, alle radici del malcontento generale della classe lavoratrice.
Il concetto che la mansione di Metalmeccanico o di Insegnante deve essere retibuita allo stesso modo a Milano e a Gela e’ un vincolo economico artificiale che deprime la produttivita’ e non ridistribuisce opportunita’.
Il costo della vita varia di molto lungo la nostra bella penisola; con 1200 euro al mese a Milano si tira abbastanza la cinghia mentre a Gela si vivacchia abbastanza bene. Ma una azienda se deve pagare 1200 euro al mese ad un lavoratore sia a Milano che a Gela non ha alcun incentivo a creare lavoro a Gela perche’ come tutti ben sappiamo a Gela non ci sono le stesse infrastrutture che a Milano, inoltre a Gela vi sono problemi per cui sono famosi in tutto il mondo come la siccita’ ed il traffico ;-) ;-)
Al di la' di tante chiacchiere dei nostri politici se si passasse ad un libero mercato dei salari (ok qui i miei compagni di merenda mi fucilano) o per lo meno ad un salario indicizzato al costo della vita locale si farebbe a mio avviso un gran servizio al Paese.
In primis si farebbe un servizio al lavoratore; un postino o un insegnante potrebbe vivere con la stessa dignita’ a Milano e a Gela.
Ma soprattutto si incentiverebbero le aziende a spostare lavori low-teach in aree del paese meno sviluppate (e magari non in Romania o in Cina) portando benessere e sviluppo in zone ora destinate a lavoro nero, emigrazione e arruolamento nella criminalita’ organizzata.

mercoledì 9 gennaio 2008

Elezioni Primarie e le due Americhe

Ieri si sono svolte nel New Hampshire le elezioni primarie per il partito democratico e repubblicano che definiranno i due sfidanti per la poltrona di presidente degli Stati Uniti.

L’attenzione dei più (inclusa la mia) e’ rivolta alla battaglia nel partito democratico dove, comunque andranno le cose, sembra delinearsi l’evento storico di presentare o un candidato di colore o una donna alla corsa presidenziale.

Ma a guardare bene e’ il campo repubblicano che sta riservando delle sorprese non indifferenti. Giuliani, dato qualche mese fa come il favorito, sta annaspando vistosamente e McCain, dato per morto, ieri ha vinto le primarie in New Hampshire.

Ma se sbucciamo ulteriormente la cipolla e’ importante evidenziare la differenza tra i risultati delle primarie repubblicane in Iowa e New Hampshire, ovvero in uno stato della “Middle America” e in uno stato che si affaccia sull’oceano.

McCain e’ uno dei candidati piu’ moderati all’interno del partito repubblicano e per questo, a mio avviso, ha vinto le primarie in uno stato del New England, mentre la “Middle America” ha premiato Mike Huckabee pastore Battista che sostiene che qualsiasi spiegazione a qualsiasi domanda puo’ essere trovata nella Bibbia (tra l’altro sostiene la teoria creazionista).

Quest’anima fondamentalista radicata in parte dell’elettorato Repubblicano fara’ si, a mio avviso, che il candidato Repubblicano alla presidenza sara’ il mormone Mitt Romney, giunto secondo in entrambe le primarie fin qui svolte, che puo’ risultare come un punto di equilibrio tra valori religiosi e pragmatismo politico.