giovedì 25 giugno 2009

Finanziamento Saudita di Al Qaeda



Scrivevo qualche settimana fa di come la famiglia reale Saudita per decenni abbia usato i petrodollari (occidentali) per finanziare la diffusione di una visione radicale dell'Islam.
Tale strategia e' responsabile del regredire di gran parte del mondo mussulmano a modelli sociali e politici medioevali.
In queti giorni sto seguendo con interesse una storia che ha tutti i risvolti di un romanzo di spionaggio.
Per una sintesi della storia in italano ecco il link al quotidiano Bliz (quotidiano personalmente mai sentito ma ai miei tempi Blitz era un altro tipo di giornale!).
In soldoni gli avvocati dell'associazione delle vittime dell'11 settembre sembrano siano riusciti a dimostrare che la famiglia reale saudita finanziava (o finanzia?) Al Qaeda.
Il link non dovrebbe essere troppo difficile da provare visto che la "dirigenza" di Al-Qaeda, in primis Osama, sono "notabili" sauditi.
La parte piu' interessante del giallo pero', e' come una fonte anonima dei servizi segreti americani abbia consegnato all'associazione dei familiari delle vittime dell'11 settembre un dossier super segreto che documenta queste connivenze.
Il ministero della giustizia americana ha ordinato la distruzione di questo dossier e l'ha dichiarato come prova inammissibile nell'eventuale processo per le responsabilita' delle morti dell'11 settembre.
Questo sta chiaramente sollevando sospetti ed ire negli Stati Uniti, dove il governo sembra piu' preoccupato a non imbarazzare l'Arabia Saudita che a ricercare la verita' sulla tanto strombazzata guerra al terrorismo.
Questa e' un'altra distorsione della dipendenza occidentale dal petrolio medio-orientale dove, per assicurarci l'approvigionamento di greggio, bisogna chiudere gli occhi e tapparsi il naso su chi stiamo a dare i nostri soldi.
Da questo punto di vista non c'e' differenza tra l'amministrazione Bush e quella Obama, visti nelle foto qui sopra rispettivamente baciare ed inchinarsi davanti al sovrano saudita.

lunedì 15 giugno 2009

Proteste Teheran
Oggi sono in corso proteste in Iran alla luce della ri-elezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza delle repubblica islamica.
I sospetti di brogli elettorali sono sicuramente fondati visto il fatto che le elezioni non sono nemmeno andate ad un secondo turno, suggerendo che Ahmadinejad avrebbe raccolto piu' del 50% dei voti.
Forse come segnalava Giacomo mi sono sbilanciato nel post precedente a prevedere una "Primavera Iraniana", ma prendo queste manifestazioni come un segnale che nel mondo Arabo si stia raggiungendo una consapevolezza che la demagogia dei potenti serve solo a nascondere una mancanza di un progetto di sviluppo per nazioni ricche di petrolio.

venerdì 12 giugno 2009

Primavera Iraniana

Comizio Elettorale in Iran
Oggi si vota per le elazioni presidenziali in Iran.
Il risultato della consultazione elettorale e' incerto, anche per la chiara possibilita' di brogli.
La notizia interessante a questo punto pero', e' l'incredibile partecipazione popolare alla campagna elettorale.
Per settimane migliaia di iraniani hanno partecipato a comizi elettorali, in alcuni casi manifestando anche molto apertamente contro lo status-quo del regime teotratico di Teheran.

Questo non e' certo una garanzia che le cose cambieranno nello stato persiano, ma e' un importante segnale che soprattutto le donne ed i giovani delle citta' sono pronti ad un radicale cambiamento della direzione politica del paese.
Segnale ancora piu' importante e' che, per ora, queste manifestazioni non sono state represse in alcun modo dal governo.
Staremo a vedere se questo e' solo uno spiraglio di speranza e se i conti verranno saldati tutti in blocco dopo le elezioni.