In questi giorni da queste parti si parla molto di “Universal Healthcare” cioe’ di una copertura sanitaria per tutti gli americani. L’idea non e’ nuova ed e’ stata ventilata, soprattutto dai presidenti del partito democratico, piu’ volte dalla seconda guerra mondiale fino a Bill Clinton ma non e’ mai riuscita a decollare (anche quando il parlamento era in mano Democratica).
Quasi tutti i candidati Democratici alla presidenza strombazzano che faranno una riforma sanitaria seguendo un modello “Europeo, ma le proposte piu’ innovative e concrete sembrano venire da due governatori Repubblicani.
Il sistema “Europeo” proprio in Europa sta mostrando delle crepe; Olanda, Inghilterra e Svezia stanno inserendo elementi di concorrenza privata cercando di innalzare il livello del servizio della sanità pubblica. Per fare un esempio piu’ vicino agli USA, in Canada, dove sa sempre c’e’ un sistema sanitario nazionale di tipo europeo, chi se lo puo’ permettere viene a curarsi negli USA (come i ricconi da qualsiasi altro angolo del mondo).
In soldoni queste leggi forzerebbero i cittadini ad avere l’assicurazione medica (come uno e' obbligato ad avere l'assicurazione auto), rendendola al contempo piu’ a portata di mano per tutti. Per i piu’ poveri il governo statale si accollerebbe il 100% della spesa dell’assicurazione, questa percentuale scenderebbe al crescere del reddito. In piu’ le imprese sarebbero obbligate a finanziare parte dell’assicurazione per i dipendenti. Infine le assicurazioni non potrebbero negare la copertura a nessuno e (in teoria) dovrebbero anche abbassare i prezzi visto che avrebbero molti piu' clienti a disposizione.
Non avendo studiato i dettagli del sistema mi riservo di abbracciarlo cosi’ su due piedi, certo che questo sembrerebbe un modo di salvare “capra e cavoli”.
Le grosse imprese assicurative si arricchirebbero raddoppiando il numero degli assicurati (vero scopo della legge dei repubblicani temo), ma allo stesso tempo si garantirebbe la sanita’ a tutti senza smantellare il sistema attuale e soprattutto senza che lo stato si accolli il 100% della spesa.
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