venerdì 2 gennaio 2009

Petrolio, barometro di un'economia (e di mass-media) in tilt

Tra le molte, stupefacenti storie del travagliato 2008 che ci lasciamo alle spalle, abbiamo parlato su questo Blog della vittoria di Obama, della crisi immobiliare USA e del crack finanziario.
Volevo aprire il 2009 con una storia di carattere economico che non sfigura a fianco di altri incredibili eventi recenti e che, a mio avviso, può dare un'idea di quanto isterico ed irrazionale sia il clima economico-finanziario internazionale.

Se Wall Street ha difficoltà a dare un prezzo a derivati basati su pacchetti eterogenei di mutui di milioni di consumatori, non dovrebbe avere problemi a prezzare ai più fondamentali tasselli dell'economia; le materia prime.

A differenza di futures, swaps e derivatives; carbone, petrolio ed acciaio sono beni tangibili che dovrebbero rispondere alla legge della domanda e dell'offerta.
Nel corso di 2008 invece il prezzo del petrolio e' cresciuto del 55% da gennaio a giugno per poi scendere precipitosamente del 75%, da da 147 dollari al barile di giugno a 37 dollari al barile in dicembre.

Fluttuazioni di prezzo cosi' drammatiche suggeriscono che le materie prime non sono poi cosi' prime, ma essendo quotate in borsa come altri strumenti finanziari, soffrono della stessa sindrome da Las Vegas di cui soffre il resto della finanza mondiale.

Una delle cose che mi fa ridere (o piangere) in tutto questo e' la sfilza di "esperti" che vivono nel piccolo schermo e che hanno sempre la risposta pronta per spiegare questi ed altri fenomeni. Il corollario alla presenza degli esperti e' costituito da noi branco di pecoroni con la memoria corta che li stiamo ad ascoltare.

Con il dollaro che sfiorava $150 al barile ricordo un coro unisono daTV e giornali che parlava di prezzi del barile di greggio che avrebbero sfondato i $300 entro la fine dell'anno.
Gli stessi esperi qualche mese piu' tardi tornano negli stessi schermi per spiegare perche' il prezzo del greggio e' in declino.
Fa anche ridere la macchina del marketing USA con pubblicita' a tutto spiano su auto che consumano poco e con benzinai che espongono da Luglio striscioni che pubblicizzano risparmi di $50 centesimi al gallone, ma su prezzi della benzina a $5 dollari al gallone (al momento e' a $1.90 al gallone).
Permettetemi anche di farmi una mezza risata alla faccia di quelli che sono corsi a comprarsi un'auto ibrida al costo di $35.000, ma almeno quelli aiuteranno a salvere gli orsi polari del documentario di Al Gore.

Insomma nell'isteria generale di questo periodo storico forse e' meglio concentrarsi sugli aspetti quotidiani delle nostre finanze familiari invece di farci influenzare dai tam tam dei media.
Da un punto di vista delle teorie di politica economica, invece, credo sia giunto il momento di allontanarsi dalle teorie microeconomiche delle "aspettative razionali" insegnate a all'universita' e predisporci a disegnare teorie basate sull'isteria generale.
Buon 2009 (che magari sara' meno peggio di quanto te lo vogliano far credere i media)

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