lunedì 28 luglio 2008

Barack, non dare del Francese a Mr. Smith

Ieri sera Obama e' tornato negli Stati Uniti dopo un tour ed un bagno di popolarità' tra Medio Oriente ed Europa.
Non c'e' dubbio che se a Novembre votassero Arabi ed Europei il senatore dell'Illinois avrebbe le elezioni presidenziali in tasca; ma ahimè in autunno voteranno i cittadini del Nebraska e dell'Oklahoma che dei bagni di folla in Francia ed in Germania non sanno proprio che farsene.

Ad essere sinceri credo che il viaggio all'estero del candidato democratico sia stata, tutto sommato, una mossa positiva. Era in fondo l'unico modo di dimostrare un certo spessore internazionale per un candidato che non ha un gran che di esperienza politica ad alto livello.
Questa mossa potrebbe pero' anche rafforzare la percezione elitaria e distaccata dai problemi della classe lavoratrice che Barack si sta portando dietro.
La sinistra che Barack rappresenta e' la sinistra delle università e dei cittadini delle aree metropolitane americane. I colletti blu non riescono ad identificarsi con un candidato che per parlare di inflazione in Iowa cita i prezzi della rucola in una catena alimentare di prodotti biologici (tra l'altro non presente in Iowa).

Essere bollato come europeista (peggio un francese) nel cuore degli Stati Uniti non e' proprio un complimento e temo che al momento cruciale l'operaio della Ford tendera' ad identificarsi di piu' con il reduce di guerra pittosto che con il laureato di Harvard.
Negli Stati Uniti si dice che la gente vota il candidato con cui gli piacerebbe sedersi a bere una birra, e, guarda caso, recentemente uno pseudo-cowboy del texas e' riuscito a vincere due tiratissime elezioni.

Personalmente penso (e spero) che Obama ce la possa fare a Novembre, ma temo che il culto da rock-star che ormai riceve e la la sua aurea ormai semi-divina possa alienare gruppi di elettori di cui ha disperatamente bisogno. Il sistema di voto americano premia un consenso diffuso in tutti gli stati e le elezioni non si vincono a New York ed in California.

Credo che il problema di Obama non sia tanto il colore della pelle, ma quanto il fatto che a berci una birra assieme un agricoltore o un operaio non saprebbe bene cosa dirgli.

Un paio di pensieri conclusivi in ordine sparso:

- Germania, Francia, Inghilterra, Israele ... Obama ha gia' fatto capire chi conta

- Noi europei siamo sempre bravi a fare i signori con i soldi degli altri ... ma siamo sicuri che una persona di colore (o un figlio di un Marocchino o di un Turco) lo eleggerebbero in Francia o in Germania?

Buone vacanze a voi che le fate!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Guru, ahimè, per come conosco gli USA temo tu abbia ragione. Temo anch'io che il popolo americano non sia così "illuminato".
D'altro canto va detto che in altre situazioni gli americani ci hanno stupito e potrebbero farlo anche stavolta dimostrando che per primi riescono ad "andare oltre". Al contempo mi sembra che i repubblicani schierino uno che non ha nessuna caratura... almeno questo è quello che si percepisce qui! Incrociamo le dita che Obama ci faccia la sorpresa. Ho l'impressione che il destino del mondo sia legato (anche) ad una nuova amministrazione USA che deve cambiare qualcosa dopo il deserto (dannoso) creato da George Walker
Cooper

Il Guru ha detto...

Hey Coppi .. onestamente credo che alla fine Obama ce la fara' ... come dici tu l'America alla fin fine e' capace di sorprendere e di rinnovarsi e riinventarsi in continuazione.
Il problma per Obama e' di riuscire a parlare la giusta lingua per la deep-america ... speriamo ci riesca.

Sono invece curioso di sapere il tuo parere su un altro punto ... cosa pensi del mio commento che forse noi Europei facciamo i liberali sulla pelle degli altri? .. in fondo se ci pensi bene tutti i trend sono venuti fuori dall'America dal '68 al popolo di Seattle .. a volte noi poi li adottiamo e snobbiamo chi li ha lanciati. Siamo sicuri che noi eruropei saremmo cosi' esaltati per un candidato figlio di un immigrante algerino in Francia? ... abbracci

Anonimo ha detto...

ciao Guru,
condivido la tua osservazione.
Non credo che l'Europa sia pioniera in queste cose, non per niente siamo il "vecchio" continente.
Ed è uno dei motivi per cui essere "anti americani" non è proprio "furbo". Gli Usa hanno sempre dimostrato di essere "avanti" su un sacco di cose. Che poi questo accada per ragioni di "pragmatismo" strumentale è un altro discorso. Rimane il fatto che da George Washington in poi hanno sempre cominciato loro. Dall'abolizione della schiavitù alla regolamentazione dell'immigrazione. Ricordiamo che Ellis Island ha delle sfacettature inquietanti, ma al contempo straordinarie. Questi se ti "accettavano" (e questa è la parte inquietante) ti destinavano una casa, ti metteva in mano dei dollari e ti spedivano in un paesino del North Carolina....noi siamo ancora qui con i Centri di "accoglienza" che non funzionano.
Insomma un paese pieno zeppo di contraddizioni, ma di certo avanguardistico su tantissimi fronti.
Speriamo che Barak ce la faccia. Sarà bello vedere il mondo conservatore dialogare con un presidente nero....

Il Guru ha detto...

Ben messa Coppi .. alla fin fine credo che la grossa differenza di fondo sia il pragmatismo .. cose anche con aspetti agghiaccianti vengono fatte con sempre in mente il risultato finale senza tanti moralismi.
Non sto dicendo che questo sia sempre giusto ma a volte xe tipo .. bon come facciamo a fare entrare solo gli immigrati che ci vanno bene? ... li selezioniamo uno ad uno ..da qui Ellis Island .. aiutava sicuramente che si doveva arrivare in transatlantico fino a qui ...

Anonimo ha detto...

amico! in piena convenction necessitiamo commenti!
Cooper