lunedì 7 maggio 2007

Elezioni Francesi e la ristrutturazione della Socialdemocrazia

La Francia ieri ha eletto presidente con un buon margine di voti il candidato di destra Nicolas Sarkozy. Sarkozy e’ stato premiato per una serie di coraggiose prese di posizione. Fa effetto sentire arrivare dal paese cha ha dato per anni ospitalità ai brigatisti rossi frasi del tipo: “Seppelliamo il ‘68” o “dobbiamo lavora piu’ duramente”.

L’elezione di Sarkozy metta il dito nella piaga della socialdemocrazia europea.
Per sgombrare il campo da ogni equivoco mi preme dire che credo fermamente nel welfare all’europea come bilancia tra gli eccessi capitalistici e le spinte comuniste. Credo pero' altrettanto fermamente che tale modello abbia raggiunto degli eccessi non giustificabili dalla situazione demografica ed economica odierna.

La Francia che e’ stata pioniera nella socialdemocrazia oggi ha la lungimiranza di capire che il modello deve essere ristrutturato per poter ancora funzionare

Il “salario garantito” non fa piu’ tanta gola a chi vuole l’auto veloce e la TV al plasma. Mentre si fa gola, ma e’ irraggiungibile, per chi incendia le automobili nelle periferie degradate.
La pensione a 60 anni aveva senso nel 1960 quando l'aspettativa di vita era 65 anni , meno oggi che l'erta' e' salita a oltre 75 anni.

La Francia manda oggi un segnale a tutto il vecchio continente e soprattutto ai demagoghi della sinistra e dei sindacati dicendo che la politica del lavorare il meno possibile non funziona in un'economia globale deve si deve competere con nazioni che viaggiano al 10% di crescita annua.

Come sempre tra il dire e il fare c’e’ di mezzo un insidioso mare, staremo quindi a vedere se Sarkozy riuscirà ad attuare la sua agenda politica. Nel frattempo credo che il presidente francese abbia gia' ottenuto una grande vittoria avendo il coraggio
di portarle alla luce del sole argomenti scomodi e scottanti e non nascondersi dietro una retorica ormai stantia ed ammuffita.

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