lunedì 5 marzo 2007

Crisi immobiliare, Cina ed imminente recessione globale

In questi giorni abbiamo assistito ad un forte declino della borsa Cinese. Questo mi ha stimolato a cercare tra i miei files di un articoletto che avevo scritto e poi abbandonato un anno fa. Lo riporto qui con delle leggere modifiche ... non che questo spieghi la recessione del mercato cinese ma e’ un pezzetto del puzzle in quello che credo si stia delinendo come l'alba di una recessione globale.

E’ ormai opinione comune che vi sia una bolla immobiliare globale pronta a scoppiare e che gli immobili abitativi in molti paesi sono estremamente sopravvalutati.

L’alto prezzo delle case in molte parti del mondo (compresa l’italia) non costituisce un serio problema macroeconomico, e’ semplicemente una barriera d’ingresso per chi deve comprare un’abitazione. Negli Stati Uniti invece, dove c’e’ una propensione incredibile al debito, la gente sta utilizzando il valore “potenziale” del proprio immobile come collateral contro il quele assumersi dei debiti. In parole povere, da queste parti, se possiedi una casa che sulla carta vale 100 una banca ti dara’ fino a 80 di credito che puoi spendere e spandere come vuoi.

Negli ultimi anni negli USA i salari sono rimasti stagnanti, anche e soprattutto a causa di Cina e India dove si sono trasferiti molte attivita’ manufatturiere (Cina) e dei servizi (India).

Ora, un dato molto importante da tenere e mente e’ che i 2/3 della piu’ grande economia mondiale e’ costituito dalla spesa dei propri consumatori.
Negli ultimi 5 anni di salari stagnanti l’economia americana e’ cresciuta ad un tasso del 3,5% l’anno. Per pura matematica buona parte di questo 3,5% deve venire dalla spesa dei consumatori (2/3 dell’economia) i cui salari non sono pero’ aumentati. L’unica cosa che ha fatto sentire i consumatori americani piu’ ricchi e’ il valore della casa che in questi stessi cinque anni e’ in molti casi raddoppiata di prezzo. Ci sembra giusto dire che buona parte della crescita economica americana degli ultimi cinque anni sia stata finanziata dal debito dei consumatori contratto sul valore nominale della casa.

Un’altra buona fetta di questa buona crescita economica viene dal governo che spende e spande per le guerre in Iraq ed Afganistan. E come si finanzia il governo? .... facendo debiti. E chi paga questi debiti? ... voila’ la Cina che e’ il piu’ grande acquirente di buoni del tesoro americano. Ma perche’ la Cina paga i debiti degli americani? ... per due ragioni:
1 - per mantenere artificialmente alto il dollaro (o meglio basso lo Yuan)
2 - per mantenere in vita il motore dell’economia che gli da’ da mangiare (comprando i beni cinesi a buon mercato) .

Da tutto cio’ emerge che l’equilibrio economico della Cina e’ alquanto instabile. Il paese asiatico sta vivendo sullo spendere frenetico dei consumatori occidentali che comprano valanghe dei loro beni a basso costo ... ma come nel rapporto pusher-drogato la Cina deve stare attenta che il suo miglior cliente rimanga in vita per potergli vendere ancora piu’ t-shirts a due dollari l’una. Quindi la Cina sta vivendo di un pardosso ... da un lato vuole il lavoro dei paesi occidentali ... dall’altro non puo’ fare piazza pulita di quei paesi perche’ gli servono per vendere i propri beni.

La risposta a questo paradosso sarebbe sviluppare il mercato interno ... ma questo non e’ possibile se si vogliono mantenere schiere di lavoratori che guadagnano 2 dollari all’ora ... infatti se il benessere generalizzato si innalzasse anche il costo del lavoro e dei propri beni si innalzerebbe facendo perdere alla Cina parte della propria competivita’ internazionale. Nel medi periodo sara’ proprio questa dinamica che rallentera’ la Cina ... presto i propri lavoratori chiederanno migliori condizioni di lavoro, migliori salari, questo generera’ non solo un innalzamento del costo del lavoro ma anche delle tensioni politiche e tutto questo rallentera’ la locomotica Cinese.

Questo e’ sicuramente un aspetto interessante ma il vero punto di rottura sara’ ahime’ lo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti. Gia’ nel 2006 i prezzi delle case negli stati uniti sono calati di qualche punto percentuale, io sono tra quelli ceh si attende una correzione di un altro 20-30%. Al momento di questa correzione molta gente si ritrovera’ piu’ povera di un 20-30% .... ed avendo un debito sulla casa pari all’80-90% del vecchio valore nominale della casa, molti si ritroveranno con un debito maggiore del costo di cio' che la banca ho come collaterale (la casa). Per forza di cose le banche dovranno ritirare parte del credito che c’e’ in giro. I consumatori spenderanno di meno e questo effetto a catena generera’ recessione negli Stati Uniti (lasciamo per ora da parte altre aspetti di questa crisi tipo la recessione nel settore bancario)

La recessione Statunitense come al solito diventera’ una recessione mondiale e questo avra' forti sonseguenze sulla Cina che vedra’ calare la domanda per i propri beni. La Cina si trovera’ impreparata di fronte al calo della domanda internazionale perche’ non ha sviluppato alcuna strategia di diversificazione industriale e non vuole far partire il mercato interno. A questo punto si trovera’ con una sovra-abbondanza di lavoratori nelle aree urbane che perderanno il lavoro creando tensioni sociali.
Nel frattempo la caduta del dollaro sara’ cosi’ pronunciata che la Cina non sara’ in grado di tenerlo a galla a suon di acquisto di titoli di stato provocando un innalzamento relativo ello Yuan che ancora una volta rendera’ piu’ care le proprie esportazioni.

Gli USA usciranno da questo ciclo recessivo con un geneale ridimensionamento del tenore di vita.
La Cina dovra’ affrontare dei problemi politico-economici interni e forse uscira’ da questa recessione piu’ democratica e moderna, meno competitiva da un punto di vista economico, ma con un’economia piu’ equilibrata avviata ad una crescita piu’ sostenibile. L’india ha le potenzialita’ di uscire forse meglio di tutti da questa recessione globale avendo uno stato democratico e un'economia gia' diversificata.
L’Europa uscira’ invece meglio degli USA da un punto di vista sociale grazie ai pesanti ammortizzatori sociali ma fondamentalmente in bancarotta sotto insostenibili costi di walfare che renderanno la propria economia assolutamente non competitiva a livello mondiale.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Se ne arguisce che il "botto", the big one, che farà salatre il banco su tutti i tavoli (Europa, USa e Asia) è vicino. Paurosamente vicino...